Reale e virtuale, tra consulenza e formazione
Reale e virtuale, a cui si aggiunge anche memoria, sono le tre parole chiave di un mio articolo del 2019 che non ricordavo nemmeno fosse stato pubblicato… L’ho riletto e, caso più unico che raro, sono stata d’accordo con me stessa. In nuce c’erano già le attività formative e di consulenza che sto portando avanti e che sto sviluppando.
Dal sisma in centro Italia, nel 2016, ho iniziato sempre di più a concentrarmi sul marketing territoriale per il turismo sostenibile affiancadolo, quando possibile, al marketing strategico per le aziende. Francamente parlare di marketing oggi, marketing di qualsiasi tipo, mi sta diventando sempre più stretto. Ci sono troppi cialtroni in giro, consulenti – soprattutto ora con il PNRR – che sono usciti dalle tombe per proporre le cose più assurde. Il marketing sta diventando, agli occhi di molti, sempre di più solo comunicazione, anche un po’ “bugiarda” per essere gentili… Ora però sto divagando, ciò che mi interessa sottolineare è che io non faccio parte di quella banda lì.
Da quel ormai lontano 2016 ho lavorato sull’identità (anima, lo preferisco. Per approfondire cliccate il link) dei territori e su come rivalorizzarli utilizzando anche la tecnologia digitale. Il progetto di formazione e consulenza Storie d’Acqua è un po’ il figlio di questa esperienza.
Per l’esperienza con la tecnologia digitale cito dal mio stesso articolo:
“Spesso con le attività di mappatura e virtualizzazione ci accusano di far “impigrire” le persone che si farebbero il loro giretto virtuale senza spostarsi dal divano. Tutto da buttare perciò? Oppure ci può essere un dialogo tra mondo reale e mondo virtuale?
Quando si parla di tecnologia ci si trova molto spesso di fronte a due schieramenti opposti: totalmente pro o totalmente contro.
Proviamo a lavorare di immaginazione. Siete immersi nelle nebbie autunnali della Pianura Padana, vi trovate vicino a un fiume. I contorni dei luoghi si sfumano, i suoni non sono nitidi ma ovattati. L’umidità la fa da padrona, si ha la sensazione prepotente di nuotare nel e attraverso il luogo. Il tempo resta sospeso, non si riesce ad avere la sensazione dell’orario perché il cielo non si vede. Nel sottofondo il rumore dell’acqua, di qualche nutria che si tuffa, il battito delle ali dei cigni, definiscono i contorni del luogo.
Si può vedere il luogo su uno schermo, si può percorrere un sentiero con lo stesso schermo, ma non si può sentirlo. Si riesce forse a “nuotare” nell’umidità? La sola immagine di un luogo non ne definisce la realtà complessa e mutevole. Sperimentare di persona è la parola d’ordine”
Se vi va di sperimentare dei percorsi nuovi di marketing territoriale per il turismo sostenibile, o di marketing per le aziende che hanno a cuore il loro territorio di appartenenza contattatemi. Li studieremo insieme con un mix di formazione e consulenza.
QUI potete scaricare l’articolo